GIOIELLI TRIBALI
SIMBOLI E FORME
"Si sciolse dal collo un cerchio d’oro,
il Re coraggioso, lo regalò al suo vassallo,
al giovane armato di lancia: l’elmo splendente d’oro, l’anello e la cotta,
gli disse di goderseli ".
Prima che “dai visceri l’anima gli partisse", Beowulf dona il torque e le insegne al giovane Wigelaf: la dignità barbara si trasmette con il potere, attraverso i gioielli. Per i gioielli, Beowulf muore nella lotta col Drago e, agonizzante, chiede di contemplarli per “lasciare più dolcemente questa vita”.
Ecco dunque il gioiello: la fascinazione ambigua e misteriosa della grotta; la trasgressione dell’ origine “pagana”; la tentazione del Drago, come Serpente o Spirito Maligno; il simbolo di potere, ed il suo incremento nell’accumulazione di “gioie principesche” e “comitali”; la forza consolatoria della “contemplazione” nel momento della rinuncia finale.
Non diversamente, nelle società primitive, il gioiello è la pratica quotidiana di tutto questo: fuoco di desiderio e seduzione, simbolo di status e ricchezza. Ma non solo di questo: “In Africa, i gioielli hanno una funzione prevalente di difesa magica ... indossati preferibilmente ... sulle parti vulnerabili del corpo, i suoi orifizi ... soddisfacendo il duplice scopo di suscitare ammirazione e scoraggiare le influenze malvagie.